| Preistoria Gli spettacoli di proiezione cinematografica hanno alla loro base delle origini molto lontane e imprecise. Le prime lenti ottiche diedero vita infatti a delle lanterne di proiezione, ma di fatto fu solamente lungo il 17° secolo che venne introdotta nel circuito degli spettacoli minori la cosiddetta "lanterna magica", descritta per la prima volta in un trattato di Père Kircher, come una scatola a specchi concavi e di un obiettivo a scorrimento. (figg. 5,6)   Alla fine del 17° secolo troviamo all'interno di un manuale di ottica di Thomas Zahn, il primo documento che si riferisce al tentativo di proiezione animata. In esso si descrive una lanterna all'interno della quale scorre una serie di 6 immagini che rappresentano le fasi elementari di una persona che gioca col suo bastone da passeggio. (fig 7,8,9,10,11)     Un secolo più tardi si organizza a Parigi il primo grande spettacolo pubblico di "fantasmagorie luminose", realizzato da Ed.G.Robert, che nel 1799 aveva brevettato un apparecchio di proiezione, il "Fantascopio" (phantascope). L'animazione era ottenuta direttamente da mezzi meccanici. (figg. 12,13)   Le invenzioni con le quali abbiamo iniziato il nostro itinerario erano presentate in luoghi pubblici, generalmente nelle fiere. Le origini di queste forme d'attrazione si possono individuare negli spettacoli circensi o dalle prime scoperte sullo "spazio prospettico", databili attorno al 16° secolo (G. Battista Alberti ne darà una descrizione scientifica nel "De Pictura", anno 1435). Proprio grazie alla scoperta del dispositivo prospettico, si giunse in seguito alla fotografia, la quale presentava all'interno del suo funzionamento, basato sull'impronta "fisica" del reale, un solo difetto, un solo limite "peculiare" : la staticità dell'immagine. Questa staticità sarebbe stata superata di colpo con la nascita delle cosiddette "immagini in movimento", ovvero con l'invenzione del cinematografo da parte dei fratelli Lumière, i quali costruirono un apparecchio di soli 5 Kg, basato sulle tecniche di avanzamento e sul sistema derivato da quello col quale le macchine da cucire fanno avanzare il tessuto. Ma sui fratelli Lumière e sul loro brevetto ritorneremo fra poco. (fig. 14) Come si diceva, la fiera era il luogo ideale nel quale si ospitavano gli spettacoli minori e all'interno del quale trovavano spazio i "film primitivi" : proposti sotto forma di frammenti, essi appartengono al "testo carnevalesco" (J.G.Requena, "Nell'asse del reale", su Cinema & Cinema) e presentavano i soggetti più disparati. Scienza, magia, irruzione di ogni sorta di visioni, locomotive e canguri boxeur sono alcuni dei soggetti trattati. Ma come si sa, il principio base su cui si fonda il funzionamento delle immagini in movimento è quello secondo il quale "quel luogo dal quale sono escluso ospita la presenza di un artefatto, una macchina inquietantemente umana" (J.G.Requena, ibidem), che fa vedere immagini e fatti che in realtà non stanno accadendo, e così facendo, secondo Christian Metz, producono un continuo straniamento nell'individuo. Queste osservazioni non possono essere separate dalla presenza stessa del proiettore cinematografico, il quale è stato diviso in 2 tipologie da Requena. La prima è quella primitiva, caratteristica appunto dello spazio da fiera, la quale situa il proiettore al centro dello spettacolo, in mezzo al pubblico. Nel periodo del cinema muto vi era una figura professionale, l'"imbonitore", che aveva il compito di spiegare e commentare le immagini proiettate sullo schermo. La seconda tipologia è quella tuttora esistente. La tipologia attuale dello spazio filmico include infatti una parete, la quale occulta la presenza (tra l'altro fastidiosamente rumorosa) del proiettore. Vi è solo un piccolo foro che permette l'attraversamento del fascio luminoso. Dunque alle origini si aveva un contatto più diretto con la fonte di riproduzione visiva, la quale oltretutto era la stessa che si usava per registrare le immagini dalla realtà. Un dispositivo bifunzionale, dunque, nel quale le funzioni di acquisizione e riproduzione dell'immagine erano svolte da un solo apparecchio. (fig. 15)
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